Commenti favorevoli

sui Testimoni di Geova

Malgrado il pregiudizio e le accuse infondate da parte di organizzazioni antisette, alcune autorità religiose ed apostati, i testimoni di Geova ricevono spesso commenti favorevoli sulla loro condotta e il loro credo da parte della stampa italiana ed internazionale. Questi commenti favorevoli da parte di molte persone ragionevoli sono ovviamente fonte di soddisfazione per tutti i Testimoni che amano la libertà, la pace ed il prossimo e nello stesso tempo aiutano le persone di conoscerli meglio.

Dalla stampa italiana:

Quando nel settembre 1997 un violento terremoto colpi varie zone dell’Umbria e delle Marche, danneggiando quasi 90.000 abitazioni, alcuni gruppi di testimoni di Geova offrirono immediatamente aiuto ai compagni di fede e ad altri. Misero a disposizione roulotte, sacchi a pelo, fornelli generatori e altre cose necessarie. Tutto questo non è passato inosservato. Il giornale Il Centro dell’8 gennaio 1998 riferiva: “Sono stati i Testimoni di Geova di Roseto i primi a giungere nelle zone colpite dal terremoto per portare gli aiuti oltre a riunirsi periodicamente per pregare, i fedeli di Geova operano quindi anche nel concreto tendendo una mano a coloro che soffrono senza preoccuparsi a quale fede appartengano”.


Il sindaco di Nocera Umbra, uno dei centri più colpiti, ha scritto ai Testimoni: Il sottoscritto..., a proprio nome e certo di interpretare il pensiero di tutti i suoi concittadini, ringrazia vivamente per l’ausilio offerto alla popolazione nocerina.

Inoltre il Ministero dell’Interno ha rilasciato alla Congregazione Cristiana dei Testimoni di Geova un attestato di benemerenza e una medaglia: “A testimonianza dell’opera e dell’impegno prestati nello svolgimento delle attività connesse all’emergenza nelle regioni dell’Umbria e delle Marche colpite dalla crisi sismica.


Nell’ottobre del 2000 il Piemonte è stato colpito da una disastrosa alluvione. La Regione Piemonte ha donato ai Testimoni di Geova una targa “per la preziosa opera di volontariato a sostegno delle popolazioni piemontesi colpite dall’evento alluvionale”.


Giulio Andreotti, ne L’Europeo del 3 settembre 1983, “Gli innocenti esistono”: Negli anni Sessanta, quando ero alla difesa, volli rendermi conto del fenomeno, che andava moltiplicandosi, delle obiezioni militari di coscienza da parte di giovani appartenenti ai Testimoni di Geova (per lo più provenivano da famiglie di piccoli contadini). Mi colpì, parlando con loro uno a uno nel carcere di Forte Boccea, la evidente ispirazione religiosa e l’estraneità da qualsiasi speculazione politica; non a caso si sottoponevano ad anni di prigione continuando nel rifiuto di indossare la divisa (non c’era ancora la legge per gli obiettori, che essi aiutarono molto a far maturare).


Padre Rotondi, Il Tempo domenica 8 ottobre 1978 pag. 19: Così, semplicemente. Cristianesimo come “sinfonia d’amore” ... Penso ai Testimoni di Geova: essi sanno bene quello che dicono – anzi: gridano – quello che sanno; non temono di bussare alle porte delle nostre case e vi entrano con la Bibbia in mano, si mettono a citare quel versetto di quel capitolo, da quella lettera di S. Paolo, di S. Pietro, di S. Giovanni. E certi cristiano, di quei sacri testi, ignorano tutto. Così subiscono una “catechesi” falsa, ma capace di richiamare l’attenzione; di accendere l’entusiasmo; più d’una volta ottenendo adesione sincera, entusiasta, coerente. Non solo: ma i “convertiti” si mettono poi anch’essi e ben presto a “fare” a “proclamare” quel che hanno appreso; e dovunque. Devo, paradossalmente, ammettere che in quei cristiani si verifica un innegabile fenomeno di crescita. Certo, i contenuti della nostra fede immensamente più dei “loro”; ma Dio guarda a come noi crediamo; e se lo pratichiamo, lo predichiamo. In questo i Testimoni di Geova ci sopravanzeranno fino a quando i “nostri” non usciranno dallo stato di semi alfabetismo religioso per entrare nel “ragionevole ossequio della fede” di cui parla S. Paolo.


Piccolo Missionario n° 11 del 1° novembre 1984: Il loro zelo ci può far arrossire. Bisogna dare atto ad un fenomeno interessante che può suscitare certa vergogna in noi. Questi ragazzi che si impegnano 3 ore al giorno alla predicazione e vanno di casa in casa a discutere della bibbia, usano probabilmente un metodo sbagliato (e magari i loro contenuti spesso sono tendenziosi) ma l’animo che li ispira no. È encomiabile inoltre la loro severità nei riguardi morali. Essi predicano il rifiuto dell’adulterio, dell’aborto, del divorzio, dei rapporti prematrimoniali, dell’uso delle armi. E il paradosso sta qui; che molti che sono passati dal Cattolicesimo (che pur predica questa stessa morale) ai Testimoni di Geova, mentre prima badavano troppo ad osservare queste norme, ora, nella nuova setta, sono estremamente intransigenti. La novità e la carica psicologica del movimento si vede che gioca veramente un ruolo molto importante da essere in grado di far mutare il comportamento etico di molte persone. Il Testimoni di Geova non fuma, non beve, non si droga, rifiuta categoricamente il servizio militare, è constatare lo zelo intraprendente, talvolta un vero entusiasmo e certamente il coraggio di questi giovani che passano delle ore a parlare della Bibbia. Noi cristiani dovremmo arrossire: quanto poco interesse mostriamo noi per la Parola di Dio!


I precetti e la vita. La Rocca del 15 dicembre 1977 di Ettore Masina: I “Testimoni di Geova” sono noti in tutto il mondo per la magnifica saldezza della loro fede. La loro spinta missionaria è immensa (le dedica un verso persino Montale, nel suo ultimo libro), la loro presenza fra i poveri è continua, le persecuzioni (in Unione sovietica) e le critiche anche aspre da parte dei cattolici e dei protestanti non li arrestano. Per fedeltà al loro credo, “Testimoni di Geova” italiani sono rimasti in carcere anni e anni per obiezione di coscienza.


Intervento del prof. Sergio Quinzio alla trasmissione radiofonica “RAIDUE 3131” del mercoledì 1° novembre 1989: “La storia dei testimoni di Geova ha delle pagine magnifiche. Ho una lettera di Geneviève De Gaulle, la nipote di De Gaulle, che è stata nei campi di concentramento nazisti. Alcuni di questi testimoni di Geova, che allora si chiamavano Studenti della Bibbia, rifiutavano di prestare servizio militare non solo nelle fabbriche di armi ma in qualunque fabbrica tedesca per non aiutare lo sforzo bellico tedesco e venivano impiccati regolarmente”.


La Stampa, Cronaca Cittadina – domenica 12 agosto 1979: È il loro stile di vita a fare nuovi proseliti. Sono l’unica comunità religiosa che abbia un impressionante tasso di crescita – Ma praticano i principi che professano.... La loro sembra essere una risposta alla ricerca sempre più ansiosa di nuovi modelli di vita, di una cultura alternativa. Giorgio Martinat.


L’Espresso del 3 settembre 1989: Varsavia. Testimoni al lavoro. Tra tutto quello che sta succedendo in Polonia, c’è anche un fenomeno che pochi si sarebbero aspettato in quel cattolicesimo paese; si vanno diffondendo i testimoni di Geova. Perseguitata da sempre dal regime comunista, solo da poco questa setta religiosa è potuta uscire allo scoperto ed ha addirittura organizzato a Varsavia e in altre città polacche numerosi e affollati raduni internazionali. Mentre la penetrazione presso le famiglie è iniziata col classico metodo del discorso diretto porta a porta. Nel paese di Papa Wojtyla, il successo è stato quasi immediato e il motivo non è solo religioso: i polacchi hanno scoperto che i Testimoni di Geova sono ottimi operai e artigiani: infatti non bevono, non fumano, non rubano sulle fatture e sono molto coscienziosi. Per questo sono richiestissimi per i piccoli lavori casalinghi di idraulica, falegnameria o elettricità. E quando un Testimoni di Geova entra in casa, non esce senza un convertito.

La Sicilia del mercoledì 12 agosto 1987, rubrica ‘I lettori ci scrivono’: Grazie dei pergusini ai Testimoni di Geova. “Con questa Lettera, intendiamo rivolgere un pubblico ringraziamento ai Testimoni di Geova che per tre giorni hanno tenuto nell’autodromo di Pergusa il loro congresso con la partecipazione di 5 mila Testimoni di Geova. “A parte l’idea religiosa degli appartenenti a questa setta, dobbiamo dire pubblicamente grazie agli organizzatori per non avere sporcato né la tribuna né la pista coperta. Contrariamente a quanto si verifica in occasioni di gare automobilistiche o di altre competizioni, quando il giorno dopo nell’autodromo ci sono abbandonate lattine, cartocci vari ed altro, i Testimoni di Geova hanno lasciato tutto pulito. Non c’è un foglio di carta o una lattina. “Noi abitanti del lago Pergusa, che siamo a contatto con la pista, chiediamo al direttore de “La Sicilia” di voler pubblicare questa lettera che vuole essere un riconoscimento agli organizzatori dei Testimoni di Geova. Tutti dovrebbero fare così, mentre purtroppo quando si svolgono altri tipi di manifestazioni. Fin qui la lettera che ci è stata fatta recapitare ieri mattina da un gruppo di pergusini, sottolineando che in effetti i Testimoni di Geova, ogni anno quando si danno appuntamento a Pergusa, istituiscono delle squadre ecologiche speciali, lasciando, quando tolgono le tende, tutto pulito come se cinque mila persone non vi avessero sostato per tre giorni.


Stampa Sera, Cronaca. Lunedì 4 agosto 1986: Un cronista cattolico al congresso dei quindicimila proclamatori del Piemonte e della Valle d’Aosta. I Testimoni di Geova, la fede in Dio e la coerenza. Non accettano nessun rapporto con le altre Chiese e confessioni, ma sono pronti a lottare e pregare per la pace.


Nel 1987 in un bollettino parrocchiale italiano, un sacerdote cattolico fece questo commento favorevole sui testimoni di Geova. Egli disse: “A me, personalmente, i Testimoni di Geova sono simpatici; lo confesso candidamente. . . . Quelli che conosco io sono persone di una impeccabile correttezza, che ti parlano nei toni più vellutati di voce . . . [e sono] persuasivi. Quando la capiremo noi che la verità vuole anche una presentazione accettabile? che i banditori di verità non devono essere cascanti, maleodoranti, raffazzonati e sciatti?”


Quando cuori di pietra diventano sensibili

Nel 1989, quando i Testimoni di Geova ottennero il riconoscimento in Polonia come organizzazione religiosa, il direttore del carcere di Wolw disse queste parole: “L’operato dei testimoni di Geova in questo penitenziario è encomiabile e utile studiando la Bibbia [con i Testimoni], i detenuti cambiano la loro scala di valori e il loro comportamento, e questo dà un nuovo senso alla loro vita. Agiscono con molto tatto ed educazione. Lavorano con diligenza e non creano quasi mai problemi”.

“Sono rimasto sorpreso dall’analisi dell’effetto serra che viene fatta in questo numero di Svegliatevi! che ho letto con grande piacere. Sono un ecologista convinto e sono cristiano. I testimoni di Geova non ricevono sempre commenti favorevoli da parte della stampa. Ma il contenuto della vostra rivista merita riflessione. Ecologia e fede sono al livello più basso. Finalmente ci sono persone religiose che si interessano della creazione di Dio!”


Un libro in tedesco intitolato Seher, Grübler, Enthusiasten (Visionari, sognatori, entusiasti). Anche se un pò critico verso i Testimoni, ammette: “I TESTIMONI DI GEOVA suscitano sostanzialmente ammirazione. In genere sono persone del ceto medio che conducono una vita irreprensibile. Sono diligenti e scrupolosi sul lavoro, cittadini tranquilli e contribuenti onesti. Si astengono dalla sfrenata ricerca della ricchezza. . . . La loro disciplina alle assemblee è encomiabile. Il loro spirito di sacrificio è uguale a quello di qualsiasi altro gruppo religioso; per quanto riguarda il ministero sono in cima alla classifica. Ma ciò che li pone al di sopra di ogni altra chiesa e denominazione cristiana dei nostri giorni è la tenacia con cui la maggioranza di loro proclama le loro dottrine in qualunque circostanza e a qualsiasi rischio”.


In Belgio alcune persone sincere si sono espresse senza mezzi termini contro la propaganda diffamatoria. Fra loro c’era un ex primo ministro che ha ammesso di nutrire molta ammirazione per ciò che fanno i testimoni di Geova. Un deputato ha scritto: “Contrariamente alle insinuazioni fatte circolare ogni tanto, non mi pare che i testimoni di Geova rappresentino il benché minimo pericolo per le istituzioni dello Stato. Sono cittadini che amano la pace, sono scrupolosi e rispettano le autorità”.


Un giudice tedesco disse dei testimoni di Geova. “Hanno principi ben radicati da cui non si distaccano. Hitler tentò di tutto, ma non riuscì a farli andare in guerra”.


Il direttore dell’Holocaust Educational Digest ha osservato: “Nessun testimone di Geova andrà mai in guerra. . . . Se tutti quelli che occupano posizioni di potere nel mondo fossero stati di questa religione, [la seconda guerra mondiale] non ci sarebbe stata”.


Un prete greco su una delle circa 30 isole del gruppo delle Cicladi, in Grecia disse a due testimoni di Geova queste parole: “Non credo che varrebbe la pena di vivere se non avessi le vostre pubblicazioni. Mi aiutano ad andare avanti. Lasciate che vi dica una cosa. Tenete cara la vostra fede. Non fate l’errore di lasciarla. Questo che vi sto dicendo è la migliore predica che abbia mai fatto, e non lo dico tanto per dire: lo dico con tutto il cuore”.


Sergio Albesano in Talento, novembre-dicembre 1996: “I testimoni [di Geova] insegnano a pagare con onestà le tasse, a non partecipare alla guerra né alla sua preparazione, a non rubare ed in genere a condurre un tipo di vita che se fosse maggiormente diffuso porterebbe ad un innalzamento del livello di convivenza civile”.


Un parlamentare belga: “I Testimoni di Geova si possono riconoscere come le persone più oneste della Repubblica Federale di Germania”.


San Francisco Examiner, quotidiano americano: “Potete considerarli cittadini modello. Pagano con diligenza le tasse, curano i malati, combattono l’analfabetismo”.


American Ethnologist: “I testimoni di Geova riescono meglio dei seguaci di altre denominazioni a mantenere unioni coniugali stabili”.


Bryan Wilson, Università di Oxford: “I testimoni di Geova sono tra i cittadini più corretti e diligenti dei paesi africani”.


Nat Hentoff, Free Speech for Me-But Not for Thee: “Nel corso dei decenni i membri di questa fede hanno contribuito moltissimo ad estendere la libertà di coscienza”.


Charles S. Braden, These Also Believe: “Hanno . . . contribuito in maniera concreta a preservare alcuni dei beni più preziosi della nostra democrazia”. Les Témoins de Jéhovah face à Hitler 1998 (I testimoni di Geova di fronte a Hitler), di Guy Canonici. Nella prefazione l’autorevole storico francese François Bédarida scrive: “Ecco un libro benvenuto. Non solo perché colma una lacuna, ma perché arriva al momento giusto. . . . A parte gli specialisti, chi conosce la sorte a cui andarono incontro i testimoni di Geova sotto il Terzo Reich? Eppure, per tutti i dodici anni del regime, la persecuzione si abbatté su di loro con un accanimento costante e una violenza implacabile. Conobbero anche l’orrore dell’universo concentrazionario. Anch’essi pagarono a caro prezzo la fedeltà alle loro convinzioni. Perché questi cristiani sono stati dimenticati dalla storia? . . . “Perché una persecuzione così brutale e sistematica contro una piccola setta poco diffusa e inoffensiva? Qui sta il paradosso: non solo i Testimoni in Germania costituivano una minuscola minoranza rispetto alla popolazione – le statistiche parlano di circa 20.000 aderenti su un totale di oltre 60 milioni di abitanti – ma erano tutti cittadini pacifici e rispettosi della legge, che non minacciavano nessuno e non chiedevano altro che di lavorare e di allevare degnamente i loro figli. . . . “Questa persecuzione si scontrò con la resistenza spirituale, tenace e vittoriosa, di credenti capaci di opporre la forza interiore della loro fede in Gesù Cristo a quella delle pressioni esterne, a cominciare dalla violenza fisica della polizia di Stato, fino all’eroismo e al martirio”. La storia dei testimoni di Geova che affrontarono il martirio per la loro fede cristiana di fronte all’intolleranza religiosa è degna di nota. Nella recensione del libro, La Croix, importante giornale cattolico parigino, aggiunge opportunamente: “Sulla loro storia misconosciuta Guy Canonici ha raccolto una quantità tale di testimonianze che si rimane ammutoliti davanti alla forza di carattere ispiratrice di una fede espressa con le parole più semplici e, sino alla fine, incrollabile, anche tra i bambini. Questa rievocazione dovrebbe fare da sfondo alle attuali polemiche sull’appartenenza dei testimoni di Geova al cristianesimo”.


Dal periodico cattolico francese Famille Chrétienne: Il cardinale inglese Hume scrisse le parole di una missionaria in Africa: “Sono qui da 40 anni e sono riuscita a non pronunciare mai il nome di Gesù per non urtare la cultura africana. Non parliamo più di Gesù, non condividiamo più Gesù, non evangelizziamo più! Incontrate due persone che parlano di Cristo al mercato, o che portano una Bibbia sotto braccio, e vi dite: Toh! I testimoni di Geova!”


In una lettera al Boston Target del Lincolnshire un lettore ha detto: “La gente perde la fede nelle religioni . . . Cosa fanno questi ecclesiastici tutto il giorno? Non escono certo come Cristo per incontrare la gente . . . L’unica religione che sembra preoccuparsene sono i testimoni di Geova, che vanno a cercare le persone e sono sinceramente impegnati a predicare la verità: ti invitano alle loro funzioni, parlano di problemi ambientali e fanno qualcosa in proposito. Non sono un Testimone, ma rispetto queste persone e le ascolto”. A volte alcuni accusano i testimoni di Geova di rovinare i matrimoni. Ecco cosa disse un lettore ad un giornale francese: “Da quasi 28 anni sono sposo felice di una donna affascinante che è testimone di Geova. Ha allevato i miei cinque figli, due dei quali non erano suoi, con pari sollecitudine e tanto amore. Essendo dirigente di un’impresa con 45 dipendenti, posso assicurarvi che lei ha contribuito in notevole misura al mio successo professionale. Per questo quando ho visto sul giornale che leggo abitualmente un articolo che presenta i testimoni di Geova come una minaccia per il Lot-et-Garonne [un dipartimento della Francia sud-occidentale], ho deciso di fornirvi una testimonianza convincente”.

La lettera dice anche: “Non fumano e non si ubriacano. È una minaccia? Sono cristiani tolleranti che non impongono a nessuno le regole che seguono. Al contrario, sono un esempio in molti campi. . . . Non sono implicati in scandali finanziari né nel traffico di droga. Non fanno voto di castità e conducono una vita normale, posso assicurarvelo. . . . A questo punto mi chiederete: Allora perché non sei testimone di Geova? Perché bisogna avere una fede cristiana e un rigore morale che difficilmente si trovano fra i comuni mortali”.