I Testimoni di Geova e le citazioni nell’opuscolo TRINITÀ
La polemica contro i Testimoni di Geova non conosce fine. Non perché questo gruppo religioso sia al di sopra delle critiche. Nessuno lo è. Ma francamente molte delle cose che leggiamo contro di loro ci sembrano pretestuose ed inutilmente astiose.
L’ultima, in ordine di tempo, è l’accusa che riguarda le citazioni presenti nelle pubblicazioni Watch Tower. Secondo la critica più generosa esse sarebbero faziose, secondo la critica più aspra falsificherebbero il pensiero degli autori stravolgendolo totalmente. Una vecchia pubblicazione della Watch Tower afferma: “I testimoni di Geova sono un’organizzazione di verità. Dovremmo voler dichiarare la verità ed essere sempre assolutamente accurati in tutti i particolari. Questo si dovrebbe fare non solo riguardo alle dottrine ma anche nelle citazioni, in ciò che diciamo intorno ad altri o nel modo in cui li rappresentiamo, e negli argomenti che implicano dati scientifici o notizie di cronaca” (Manuale della Scuola, 1992 pag. 110)[1]. I Testimoni di Geova si vantano quindi di essere scrupolosi nelle citazioni e raccomandano lo stesso scrupolo ad altri.
Ciò non significa che errori involontari non possano essere stati fatti. Quello che è contro la stessa norma organizzativa e i principi dei Testimoni di Geova è la citazione “artefatta”, “faziosa” e “in mala fede”.
Molto spesso noi Testimoni di Geova citiamo commentari e/o dizionari biblici a sostegno delle nostre tesi. Il più delle volte ci viene replicato che queste citazioni non sono valide in quanto evidenziamo solo ciò che consideriamo utile al nostro ragionamento, tralasciando le affermazioni principali di questi dizionari perché scomode e/o contrarie alla nostra tesi.
Osservazioni simili rivelano un grossolano errore di fondo nell’impostazione dell’accusa. Nello specifico, secondo i nostri detrattori, citare un autore richiede una condivisione totale del suo pensiero con relativa citazione integrale della sua opera.
È senz’altro vero che bisogna citare fedelmente. Ma la citazione di un autore non richiede l’assenso ideologico. Ad esempio, un monaco buddista affermò: “Assumere lo sforzo gioioso significa lanciarsi con entusiasmo nell’azione, praticare, affrontare le cose avendo ben presente la loro realtà. Prima di impegnarsi in una qualsiasi pratica è bene sapere quale sarà il risultato, l’obiettivo da raggiungere e per il quale ci vogliamo impegnare” (Geshe Gedun Tharchin). Questa frase è citata dal testo di un insegnamento tipicamente buddista. Il monaco parla di diversi livelli di conoscenza per raggiungere la felicità. Ma citare questa frase per dimostrare che per affrontare una cosa bisogna essere consapevoli della realtà e dei risultati che si vogliono raggiungere è corretto, pur senza aderire ai diversi livelli di conoscenza del buddismo tibetano. Nessuno scevro da pregiudizi affermerebbe il contrario.
Torniamo quindi alle citazioni Watch Tower ed in particolare alle citazioni che appaiono a pag. 7 dell’opuscolo “Dovreste credere nella trinità?”[2].
L’opuscolo fa una disamina delle prove storiche e bibliche che dimostrano l’infondatezza della dottrina trinitaria. Al sottotitolo “Cosa insegnavano i Padri preniceni” compaiono citazioni da un libro di Alvan Lamson [3]: The Church of the First Three Centuries, Boston 1869, pp. 56, 57. Infatti, nella stessa pagina dell’opuscolo, si può leggere: “Riassumendo le testimonianze storiche, Alvan Lamson, dalla cui opera sono tratte le summenzionate citazioni dei Padri pre-niceni…” (il corsivo è nostro).
Gli accusatori, sostenitori della tesi della “citazione idelogica”, dicono che non solo i Testimoni di Geova hanno stravolto il pensiero dei Padri pre-niceni, ma addirittura dello stesso Lamson. Questo nostro studio dimostrerà l’infondatezza sia della prima che della seconda accusa.
Con ciò non vogliamo dire che la teologia dei Padri pre-niceni o di Lamson siano in armonia con gli insegnamenti dei Testimoni. Quello che l’opuscolo (e noi) voleva dimostrare è che né i Padri pre-niceni né Lamson insegnarono la Trinità nella maniera in cui viene concepita dalla Chiesa Cattolica Romana, dalle chiese ortodosse e dalla maggior parte delle chiese protestanti. Una precisazione è d’obbligo: la dimostrazione riguarderà esclusivamente la cristologia dei Padri pre-niceni, sostenendo che essi non insegnarono l’uguaglianza divina del Padre e del Figlio ma che la loro teologia tendeva al subordinazionismo ritenendo quest’ultimo inferiore al Padre.
Alcuni si identificarono in questa credenza, anche se non esplicitamente, considerando il Cristo una creatura, pur unica nel suo essere, altri insegnando aspetti simili al modalismo o sottolineando la superiorità ontologica del Padre. Allo stesso tempo a volte gli stessi Padri subordinazionisti formularono espressioni che gettarono poi la strada al dogma niceo-costantinopolitano. Significa questo che storicamente sia possibile ricostruire il filo rosso che unisce i vari autori fino a sfociare nel trinitarismo?
Pensiamo proprio di no! Altrimenti non sarebbe mai scoppiata la controversa ariana ed Ario non avrebbe avuto un consenso così largo! Anzi, questi insegnamenti contraddittori, pur potendo essere attribuiti in parte al numero esiguo delle fonti ritrovate e al bisogno di ulteriori approfondimenti, per noi rappresentano il risultato della grande apostasia che andava sempre più manifestandosi.
Detto questo torniamo all’esame delle citazioni nell’opuscolo Trinità. Lo studio che leggerete dimostra come la Watch Tower Society sia stata onesta nel citare questo autore dall’opera The Church of the First Three Centuries. La Società citò dall’edizione del 1869.
Quando Lamson scrisse il suo libro, egli aveva a disposizione le traduzioni greche e, nel caso di Tertulliano, latine, le quali sono leggermente differenti dalle traduzioni che si trovano in THE ANTE-NICENE FATHERS TRANSLATIONS OF The Writings of the Fathers down to A.D. 325 che fu pubblicato dopo l’opera di Lamson. Riporteremo entrambe le versioni.
Da notare comunque che la conclusione di Lamson riportata a fine di questo articolo è assolutamente conforme al pensiero che gli autori dell’opuscolo “Dovreste credere nella Trinità?” volevano trasmettere.
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NOTE:
[1] Edito dalla Congregazione Cristiana dei Testimoni di Geova
[2] Edito dalla Congregazione Cristiana dei Testimoni di Geova
[3] Alvan Lamson (1792-1864) si laureò all’università di Harvard. Nel 1818 divenne pastore di una chiesa di fede Unitaria del Massachussets, carica che ricoprì sino al 1860. Lamson fu un vigoroso scrittore, e contribuì al periodico ‘The Christian Examiner’, uno dei più importanti periodici Unitari dell’epoca. Tra le sue opere, si ricorda proprio ‘The Church of the First Three Centuries’