La Watch Tower: Società per azioni?
Alcuni anni fa comparve un articolo di Famiglia Cristiana dal titolo “Geova Spa” (Famiglia Cristiana del 1/6/1988 pag. 61-2). In una intervista, il defunto Mons. Marinelli, parlando delle ingenti risorse finanziarie della Watch Tower Society (l’ente esponenziale dei testimoni di Geova), disse: “Ho grossi dubbi”. L’anno successivo il periodico La Civiltà Cattolica del 15 luglio 1989 parlò genericamente di “qualche caso” di truffa e di pagamenti di decime e parte di stipendi versati dagli aderenti alla Watch Tower Society.
Più di recente una petizione popolare presentata contro la firma dell’Intesa tra lo Stato Italiano e la Congregazione Cristiana dei Testimoni di Geova sostenne che “l’atto costitutivo della Congregazione in argomento attesta che tale ente esponenziale americano si registrò come società commerciale alla Camera di Commercio di Milano l’8/7/1946′′. Secondo costoro il fatto che la Watch Tower Society faccia commercio è un fatto talmente provato (citano una sentenza della prima Sezione della Corte di Cassazione, la n° 1763 del 27/2/1997 che avrebbe dimostrato che la vendita ai non associati costituisce commercio) tanto da indurli a chiedere al Parlamento: “Se tale attività commerciale svolta dall’ente esponenziale di culto dei Testimoni di Geova fosse stata accertata per tempo (cioè prima del 1986), quale rilievo valutativo ciò avrebbe avuto sulla decisione relativa all’attribuzione della personalità giuridica alla Congregazione in argomento?”
Questa accusa (insieme ad altre) ha portato ad una interrogazione parlamentare in cui si dava come fatto provato:
“Che la Congregazione testimoni di Geova, pur negando di essere un ente commerciale, svolge invece tali attività, con particolare riguardo ai settori di : stampa, poligrafia ed editoria, in pieno contrasto con l’articolo 1 dello statuto presentato allo Stato per ottenere il riconoscimento giuridico (rif. Decreto del Presidente della Repubblica n. 783 del 31 ottobre 1986 n. 1753)“
come anche:
“Che la Watch Tower Bible and Tract Society of Pennsylvania (casa-madre di tutte le congregazioni mondiali) dall’8 luglio 1986 è iscritta alla camera di commercio di Milano“
Tenuto conto di quanto gli stessi testimoni di Geova dichiarano sulla natura della loro opera e sul modo per sostenerla, tutto ciò appare inverosimile. Infatti nelle loro pubblicazioni si legge:
“La maggior parte dell’opera è svolta da volontari, che non si aspettano né desiderano un compenso finanziario per quello che fanno, e le spese organizzative sono sostenute da contribuzioni volontarie.” (Libro “Proclamatori” pag. 340)
“Per compiere la loro [dei testimoni di Geova] opera di predicazione mondiale ci vogliono ingenti somme di denaro, ma esso proviene da contribuzioni volontarie non sollecitate. La letteratura viene stampata e distribuita a un costo minimo. Gli studi biblici settimanali sono tenuti nelle case gratuitamente. Alle adunanze di congregazione l’ingresso è libero, non si fanno collette, non si chiede denaro, nessuno è stipendiato. Molti Testimoni svolgono un lavoro secolare per guadagnarsi da vivere e offrono tempo e denaro per l’opera di predicazione della buona notizia del Regno”. (Svegliatevi! del 22 marzo 1998 pag.8)
“Nelle congregazioni o alle assemblee non si chiedono contribuzioni facendo appello ai sentimenti. Non viene passato il piatto per la colletta, non si distribuiscono buste in cui mettere il denaro, non si spediscono lettere di sollecitazione ai membri della congregazione. Le congregazioni non ricorrono mai a bingo e lotterie per raccogliere fondi. Nel 1894, quando inviò oratori viaggianti, la Watch Tower Society pubblicò questo annuncio a beneficio di tutti: “Sia inteso fin dal principio che questa Società non autorizza né approva collette o altre richieste insistenti di denaro“. (“Proclamatori” pag. 340)
Il Ministero del Regno del Novembre 1990 pag. 7 (pubblicazione ad uso interno che fornisce le direttive organizzative ad ogni singolo Testimone) parlando della distribuzione della letteratura dichiara: “Sia le riviste che la letteratura saranno fornite ai proclamatori e a chi è interessato in maniera completamente gratuita, cioè senza chiedere che venga fatta una specifica contribuzione quale requisito per ricevere una determinata pubblicazione”. Ma come si ripianano i costi della letteratura? La stessa pubblicazione spiega: “Accetteremo contribuzioni volontarie fatte per sostenere l’opera di predicazione della buona notizia”.
Circa la distribuzione pubblica della letteratura, la stessa fonte recita: “In ogni caso, se l’interlocutore si mostrerà interessato alla lettura delle riviste, anche se non è disposto a contribuire, potrete ugualmente consegnargliele”. La contribuzione in denaro non è, pertanto, l’elemento qualificante per poter ricevere la letteratura. E’ l’interesse della persona a determinare se riceverà o meno la letteratura dei Testimoni.
Evidentemente l’accusa secondo cui i testimoni di Geova svolgano commercio di letteratura religiosa ricavando un guadagno è destituita di fondamento. Resta però il fatto che in internet (e altrove) si leggono articoli che sembrano non tenere conto di questi fatti e sostenere l’esatto contrario. Spesso questi articoli contengono affermazioni strane che sembrano dar loro ragione.
Così leggiamo che i testimoni di Geova “producono” letteratura ad un costo basso (calcolano 5 centesimi di euro a rivista) che “vendono” a 25 centesimi di Euro; che questa letteratura viene pagata “due volte”: dal proclamatore che non appena la riceve mette la contribuzione corrispondente al valore della letteratura nella cassetta e dal pubblico; che le Sale del Regno vengono pagate “tre volte” dai proclamatori che alla fine non ne avrebbero nemmeno la titolarità della proprietà.
Si legge pure che la Watch Tower Society è una delle maggiori società operanti a New York, al 24° posto, con entrate annue per milioni di Euro. Che essa sarebbe una società per azioni, con azionisti e dividendi.
Si sostiene che il suffisso “inc” contenuto nella ragione sociale di uno degli enti dei testimoni di Geova (Watch Tower Bible and tract society of New York, inc.) indichi proprio la natura “azionaria” e “commerciale” dell’ente.
Si contesta che nel passato vi furono “riunioni d’affari” tra gli azionisti Watch Tower e emissioni di “obbligazioni”, cose che ne attesterebbero inconfutabilmente la natura commerciale. Spesso in questi articoli viene citata una rivista Torre di Guardia del 1895 nella quale si dice: “La Società Torre di Guardia non è altro che un’associazione commerciale. Essa rappresenta semplicemente il capitale affidato ai suoi funzionari affinché lo usino a loro discrezione [...] La Società Torre di Guardia di Trattati di Sion non è un’associazione religiosa ma commerciale. Non ha alcun credo; essa semplicemente rendiconta il denaro che riceve e che spende; proprio come una ditta commerciale riceve depositi e rilascia ricevute o fatture allo scopo di giustificare come spende il denaro” – Charles T. Russell, in La Torre di Guardia (ed. inglese) del 1/8/1895, pp.180-181.
Dall’altro lato abbiamo le semplici dichiarazioni dei testimoni di Geova (nelle loro pubblicazioni ufficiali) che sostengono: “La Watch Tower Bible and Tract Society of Pennsylvania, un ente giuridico religioso impiegato dai testimoni di Geova, fu costituita nel 1884 in conformità della Legge sugli enti non lucrativi del Commonwealth di Pennsylvania, negli USA. Perciò, per legge, non può essere, e non è, una società con scopi lucrativi, né ci sono persone che traggono qualche profitto mediante essa. Lo statuto della Società dichiara: “[La Società] non si propone il guadagno o profitto pecuniario, incidentalmente o in altro modo, per i suoi membri, direttori o dirigenti”. (Ragioniamo pag. 392)
Come stanno veramente le cose? Dobbiamo dire che la questione Watch Tower S.p.A. ci ha appassionato non poco. Abbiamo consultato vecchie pubblicazioni dei testimoni di Geova e fonti di Diritto privato e commerciale italiane e statunitensi e siamo giunti alla conclusione che i nostri critici non dicono il vero. Se avrete la pazienza di leggerci fino in fondo potrete anche voi rispondere alla domanda: “La Watch Tower è una società di capitali che fa commercio?”
Letteratura e Sale del Regno
La distribuzione di letteratura biblica e l’acquisto e costruzione di locali per l’adorazione sono forse l’aspetto più visibile della religione dei testimoni di Geova. Visto che tale visibilità si scosta da una certa idea comune di “religione” non è difficile immaginare che gli attacchi degli oppositori religiosi si dirigano verso questi aspetti della loro opera. Non è difficile neppure immaginare il tono delle accuse. La distribuzione di letteratura biblica diventa “commercio” e la costruzione o acquisto di locali diventa “una grossa speculazione immobiliare”.
Che non ci sia alcun commercio è dimostrato dal fatto che non viene chiesto alcun prezzo di copertina. Certe illazioni che si leggono sulla letteratura pagata due volte si sfaldano di fronte ad una semplice evidenza: il singolo ritira la letteratura in Sala del Regno e non ha alcun obbligo di contribuire se non quello che deriva dalla propria coscienza, dalla propria convinzione e dalle propria possibilità economiche.
Quanto all’acquisto e costruzione di locali per l’adorazione comprendiamo facilmente la natura dell’obiezione. Locali di proprietà significano radicamento sul territorio. Significano stabilità e maggior potere d’acquisto. La congregazione invece di essere preda del capriccio dei padroni di casa può amministrare una sua proprietà. In che modo i testimoni di Geova acquistano o costruiscono una Sala del Regno o una Sala delle Assemblee?
Una fonte ufficiale dei testimoni di Geova, il libro Proclamatori, spiega: “Alle assemblee di distretto “Unità del Regno” del 1983 il Corpo Direttivo spiegò una disposizione che richiedeva l’applicazione del principio esposto in 2 Corinti 8:14, 15, che incoraggia a far sì che l’avanzo di alcuni supplisca all’indigenza di altri “affinché ci sia un’uguaglianza”. Così quelli che avevano poco non avrebbero avuto così poco da essere ostacolati mentre si sforzavano di servire Geova.
Ogni congregazione fu invitata ad avere una cassetta con una scritta tipo “Fondo costruzione o acquisto Sale del Regno”. Tutto quello che veniva messo nella cassetta sarebbe stato usato solo per questo scopo. Il denaro dato in tutto il paese veniva quindi messo a disposizione delle congregazioni che avevano estremo bisogno di una Sala del Regno, ma non potevano affrontare la spesa alle condizioni richieste dalle banche locali. Dopo aver esaminato con cura dove il bisogno era più urgente, la Società cominciò a mettere questo denaro a disposizione delle congregazioni che dovevano costruire o acquistare nuove Sale del Regno. Man mano che si ricevevano altre contribuzioni e (nei paesi in cui questo era possibile) i prestiti venivano restituiti, si potevano aiutare altre congregazioni.” – pag. 344
In sintesi, per ovviare il problema dell’accesso al credito, i testimoni di Geova hanno studiato un sistema che permette loro di auto-finanziarsi. Le singole congregazioni, che probabilmente da sole non potrebbero finanziare un progetto di costruzione o ristrutturazione di un locale, versano volontariamente del denaro per un Fondo, chiamato “Fondo per la costruzione o l’acquisto delle Sale del Regno”. La congregazione che ha in corso un progetto di costruzione o ristrutturazione può accedere al Fondo, ricorrendo così alle contribuzioni di altre congregazioni. Per permettere anche ad altre congregazioni di usufruire dello stesso beneficio restituisce la cifra ricevuta dal Fondo in piccole rate mensili. In questo modo il Fondo si ricostituisce e può essere utilizzato da altre congregazioni.
Sale del Regno “pagate tre volte”?
Dopo aver considerato la semplice procedura per l’acquisto dei locali utilizzati per l’adorazione dai Testimoni di Geova stupisce leggere qua e là in rete, accuse secondo cui le Sale del Regno vengono pagate “tre volte”. Secondo questo ragionamento i testimoni di Geova ‘pagherebbero tre volte’ nel seguente modo:
inviando contribuzioni al loro “fondo costruzioni”;
restituendo la cifra prestata in rate mensili;
continuando a contribuire per il Fondo Costruzioni.
Non siamo riusciti a capire in che modo i testimoni di Geova ‘pagherebbero tre volte’ la Sala né a che teoria ragionieristica si ispirino i nostri critici. Tutto il meccanismo dei Testimoni si basa sul principio della “contribuzione volontaria”. Significa che non ci sono né quote né decime.
Ma ammettiamo per un attimo che sia vero che la congregazione “paga” (notate l’uso strumentale di questo verbo da parte dei nostri oppositori) la prima volta versando al “Fondo Sale del Regno” del denaro.
Secondo voi una singola congregazione avrà mai la possibilità di raccogliere il denaro sufficiente per l’acquisto di un locale ? Se l’avesse non ricorrerebbe al Fondo ma la acquisterebbe da se. Il punto è che quasi mai una congregazione ha le forze per acquistare un locale che può oscillare dal 100.000,00 ai 600.000,00 euro. Deve necessariamente ricorrere a prestiti. A questo punto invece di indebitarsi con istituti di credito o finanziarie la congregazione si fa prestare il denaro dalle altre congregazioni della sua nazione. Va da se che deve poi restituire il denaro per permettere a queste ultime di avviare, se necessario, i loro progetti di costruzione.
Per permettere lo svolgimento ordinato di tutto, o come dice la Scrittura, “perché ci sia una uguaglianza” (2 Corinti 8:14,15), il denaro viene amministrato dalla sede centrale dei Testimoni di Geova che, ci preme precisarlo, non prende un soldo neppure per il disbrigo delle pratiche amministrative. Su questo aspetto non crediamo di dover aggiungere altro.
Letteratura pagata due volte?
Secondo una tesi, la letteratura verrebbe pagata “due volte” (sovente capita che dai resoconti mensili letti alle congregazioni dei TdG, risulta che la letteratura non viene pagata nemmeno UNA volta così da rendere necessaria una risoluzione per pareggiare i conti). Una prima volta quando il Testimone la ritira in Sala del Regno e una seconda volta quando versa la contribuzioni ricevute dagli interessati.
Se guardiamo le cose superficialmente sembra che i nostri critici abbiano ragione. Abbiamo una “produzione” di letteratura, una “distribuzione”, un “pagamento” da chi la distribuisce e un “pagamento” da chi la riceve. Abbiamo pure un “costo di produzione” basso (i critici – senza dare prove- dicono di circa 5 centesimi di Euro) e di “contribuzioni” dal pubblico per circa 25 centesimo di Euro con un evidente guadagno.
Anche in questo caso non esitiamo a dire che si tratta di speculazioni e di giochetti verbali. Basta infatti usare termini commerciali (“produzione”, “vendita” e “pagamento”) per far nascere nella mente di chi legge l’idea di un florido commercio. Ma ricordiamoci: in Sala del Regno la letteratura viene data senza il pagamento di un prezzo di copertina. Il proclamatore può ritirarla senza che alcuno controlli se e quanto ha contribuito. Il fatto che i testimoni di Geova sentano l’obbligo morale di contribuire per la loro religione non è prova che la natura dell’opera sia commerciale. In questo senso certe affermazioni speciose che leggiamo in alcuni articoli in siti denigratori ci lasciano di stucco. Possibile che non si prenda in esame l’idea che un Testimone possa contribuire non perché sollecitato ma perché convinto di fare la cosa giusta? Possibile che il Testimone non sia ritenuto capace di valutare che un’opera che comporta stampa e distribuzione di Bibbie e letteratura biblica in molte lingue costi molto denaro e desideri fare di tutto per sostenerla? Alcune volte sembra che i nostri critici, oltre a dare del marpione ai membri del Corpo Direttivo, considerino i singoli testimoni di Geova dei poveracci incapaci di intendere e volere. Noi sosteniamo che un’accusa di commercio fraudolento dovrebbe essere provata con documenti autentici e non con illazioni e supposizioni. Ma fino ad ora documenti che comprovino la vendita e il doppio pagamento della letteratura con introiti miliardari per la Watch Tower non ne abbiamo letti.
Watch Tower: profit o non-profit?
Entriamo adesso nel vivo delle accuse rivolte ai testimoni di Geova. Come abbiamo scritto all’inizio di questo nostro articolo in alcuni siti internet italiani e stranieri si parla dell’ente esponenziale dei testimoni di Geova come di una società di capitale. Si dice che abbia oltre 1.136.000.000 (un miliardo centotrentasei milioni) di euro annui di entrate. Si cita addirittura un sito internet che la riporta al 24° posto in una top list delle maggiori società operanti a New York. Tutto ciò fa nascere l’idea che i membri del Corpo Direttivo dei Testimoni di Geova vivano nel lusso, alle spalle dei poveri proclamatori ignari di tutto.
Massimo Introvigne, nel suo libro I Testimoni di Geova, già e non ancora dichiara al riguardo:
“L’affermazione [secondo cui i membri del Corpo Direttivo vivano nel lusso] è davvero destituita di ogni fondamento. Paragonata a quella non solo dei dirigenti di imprese secolari, ma anche dei leader di altre organizzazioni religiose, la vita dei membri del Corpo Direttivo e dei responsabili internazionali e nazionali dei Testimoni di Geova, colpisce piuttosto per la sua frugalità”. (pag. 113)
Circa l’uso dei fondi, sempre Introvigne scrive: “I fondi che derivano dall’evangelizzazione sono immediatamente reimpiegati per la stampa di pubblicazioni e a sostegno dei missionari“. (pag. 114)
Come mai, allora, il Corpo Direttivo dei Testimoni di Geova impiega la Watch Tower Society, una corporazione non lucrativa con sede negli U.S.A.? Come mai si parla di “azioni” della Società, di “azionisti” e di “business annual meeting” quando ci riferisce alle riunioni annuali dei membri della Società? Non dimostra tutto questo l’evidente scopo di lucro dell’ente esponenziale dei Testimoni di Geova?
Cominciamo con il chiarire una cosa: la Watch Tower Society non è l’unico ente impiegato dai Testimoni di Geova. Dal libro Proclamatori, a pag. 229, ricaviamo le seguenti informazioni:
“Prime società.
Zion’s Watch Tower Tract Society. Formata per la prima volta nel 1881 e quindi eretta in ente giuridico nello stato della Pennsylvania il 15 dicembre 1884. Nel 1896 il nome fu cambiato in Watch Tower Bible and Tract Society. Dal 1955 è nota come Watch Tower Bible and Tract Society of Pennsylvania“.
“Peoples Pulpit Association. Formata nel 1909 quando gli uffici principali della Società vennero trasferiti a Brooklyn (New York). Nel 1939 il nome fu cambiato in Watchtower Bible and Tract Society, Inc. Dal 1956 è conosciuta come Watchtower Bible and Tract Society of New York, Inc“.
“International Bible Students Association. Eretta in ente giuridico a Londra il 30 giugno 1914′′.
“Per soddisfare le esigenze legali, i testimoni di Geova hanno formato altre società in molti paesi e comunità. Comunque non sono suddivisi in organizzazioni nazionali o regionali. Sono una fratellanza mondiale unita”.
Attualmente i testimoni di Geova impiegano 8 Società (o corporazioni): Watch Tower Bible and Tract Society of Pennsylvania; Watchtower Bible and Tract Society of New York, Inc.; Watchtower Bible and Tract Society of New Jersey, Inc.; Watch Tower Bible and Tract Society of Florida, Inc.; Valley Farms Corporation; Christian Congregation of Jehovah’s Witnesses; Religious Order of Jehovah’s Witnesses; Kingdom Support Services, Inc.
Quasi tutti quando si riferiscono ai Testimoni di Geova parlano unicamente della Watch Tower Society. Ma come comprendete essa è solo una delle tante corporazioni dei Testimoni. La loro struttura rende evidente che esse non sono i Testimoni di Geova ma sono impiegate dai Testimoni di Geova. Esse servono unicamente allo scopo di permettere ai Testimoni di Geova di operare liberamente e legalmente negli Stati Uniti e in altri paesi del mondo.
Tutte le corporazioni dei Testimoni di Geova non hanno scopo di lucro. Sono società non-profit. Attenzione a non cadere in un facile errore. Non-profit non significa che non gestiscano denaro o che siano perennemente nell’indigenza. Significa semplicemente che “non si propone il guadagno o profitto pecuniario incidentalmente o in altro modo, per i suoi membri, direttori o dirigenti.” (Statuto della tch Tower Society) Tutte le corporazioni impiegano il denaro delle contribuzioni per l’opera dei Testimoni di Geova.
Nonostante ciò sia provato e nessuno abbia al contrario dimostrato il fine di lucro della Watch Tower Society (o di un’altra società dei Testimoni) alcuni presentano come prova contraria delle affermazioni della Watch Tower i seguenti punti:
la presenza del suf isso Inc. (che significa incorporated) in alcune società bibliche dei Testimoni statunitensi;
il fatto che in taluni documenti (esempio la Torre di Guardia citata all’inizio) la Società venga chiamata: “business association” [associazione d’affari];
sul fatto che alcuni possiedano “shares”, cioè “azioni” della Watch Tower;
l’emissione,negli anni venti, dei cosiddetti “building bonds” [obbligazioni].
Significato di “Incorporated”
Nel regime di common law (il regime giuridico prevalente nei paesi di area anglosassone, USA e GB compresi) non c’è distinzione tra persone giuridiche create a scopo di lucro o a fini caritativi. “Incorporation” indica semplicemente che un’associazione è stata eretta quale persona giuridica, o “incorporated”. Circa i modi in cui viene conferito lo status di persona giuridica a un’associazione le leggi variano, e specificamente negli USA da stato a stato (F. De Franchis, Dizionario giuridico – Law Dictionary, vol. 1: inglese-italiano, Giuffrè, Milano 1984, pp. 818-9). Francesco De Franchis (Dizionario giuridico – Law Dictionary, vol. 2: italiano-inglese, pp. 1074-5) spiega che “nella tradizione di civil law [quella del nostro ordinamento giuridico, ad esempio;lz] non vi è mai stata confusione, come nella common law [il regime giuridico anglosassone; lz], tra le persone giuridiche con scopi di lucro ed altre persone giuridiche come le fondazioni, le associazioni, ecc.”. L'”incorporation, quindi, indica solo che una associazione è diventata “persona giuridica” (vale a dire soggetto giuridicamente rilevante) nel sistema statunitense, ma senza alcuna indicazione circa le finalità che ha, che siano o no di natura commerciale. Anziché essere una ditta individuale, per così dire (in cui i fondi eventuali ad esempio sono di proprietà individuale), la “incorporated” indica un’associazione in cui più di uno è responsabile del suo andamento. Una “inc.” può essere oppure no “non-profit”, ma l'”inc.” non indica nulla al riguardo.
Allora perché la Watch Tower Bible and Tract Society of Pennsylvania non è stata registrata con il suffisso “Inc”? Abbiamo formulato questa domanda direttamente alla sede di New York. Ecco come ci risponde il Writing Dept. della sede mondiale dei Testimoni di Geova:
“All not-for-profit entities in New York State are “incorporated” and have the “Inc.” suffix accompanying their name. The Pennsylvania corporation was chartered under the Pennsylvania State laws that do not require that suffix. Still, it is a corporation in the legal sense of the word. The “Inc.” suffix does not imply that these are “for profit” corporations“.
Traduzione:
“Tutte le entità non-profit nello Stato di New York sono ‘incorporated’ e hanno il suffisso ‘Inc.’ che accompagna il nome. La Società della Pensylvania è stata registrata sotto le leggi dello stato della Pensylvania che non richiedono tale suffisso. Nonostante questo, essa è una ‘corporation’ nel senso legale della parola. Il suffisso ‘Inc’ non implica che queste siano delle Società ‘for profit’“.
Business association?
Per quanto riguarda l’espressione “business association” il già citato De Franchis (vol. 1, p. 405), spiega nell’accezione “business” che questo termine “denota più spesso qualsiasi attività o occupazione che non sia di piacere; il profitto non è parte essenziale della definizione giuridica di trade o business“. Che un ente sia detto “business association” non indica nulla circa la sua natura lucrativa o non lucrativa.
“Business” in inglese è un termine molto generico, come lo è in fondo anche il nostro “affari”, solo che in campo economico si riferisce quasi esclusivamente ad “affari” commerciali. In inglese, invece, riguarda gli affari in senso lato. Per es., per tanti anni l’adunanza annuale della Watch Tower era detta nelle pubblicazioni “annual business meeting”, ma non perché si facessero consuntivi economici. Quindi il senso dell’espressione, come già è stato spiegato altrove, è che l’ente legale non va confuso con una confessione religiosa. Come diremmo noi con il nostro linguaggio (ma occorre sempre ricordare che il nostro sistema è diverso e che viviamo in un regime diverso sia per sistema giuridico che per epoca [il rapporto tra stato e confessioni muta ovunque, sia in USA che in Italia che altrove]), è un ente, magari anche l’ente esponenziale, ma non la confessione religiosa. In varie parti del mondo, Italia compresa, non esiste (o non esiste più) alcuna Watch Tower, essendo stata sostituita nelle sue funzioni da altri enti (in Italia, la Congregazione Cristiana dei Testimoni di Geova), ma non ha mai smesso di esserci la religione dei testimoni di Geova.
Come mai nella rivista citata all’inizio, quella del 1895, Russell chiama la Società “soltanto un’associazione d’affari”? La citazione, per come compare spesso in Internet dice: “”La Società Torre di Guardia non è altro che un’associazione commerciale. Essa rappresenta semplicemente il capitale affidato ai suoi funzionari affinché lo usino a loro discrezione [...] La Società Torre di Guardia di Trattati di Sion non è un’associazione religiosa ma commerciale. Non ha alcun credo; essa semplicemente rendiconta il denaro che riceve e che spende; proprio come una ditta commerciale riceve depositi e rilascia ricevute o fatture allo scopo di giustificare come spende il denaro”” – Charles T. Russell, in La Torre di Guardia (ed. inglese) del 1/8/1895, pp.180-181.
Tenete presente che questa è la traduzione fatta dai nostri detrattori. L’originale inglese, nella parte incriminata, dice:”is only a business association (has no creed or confession)”. Già in un precedente articolo abbiamo evidenziato come i nostri oppositori masticano l’inglese dei Chewingum. Crediamo che traducendo in quel modo abbiano toccato il fondo. Ricordiamo (scusateci, non vogliamo apparire saccenti) che tradurre non è soltanto attribuire un significato “meccanico” alle parole. Bisogna darne il senso corretto nell’epoca in cui furono scritte. Queste espressioni compaiono su una rivista della fine dell’ottocento. Linguaggio diverso e contesto diverso. Si dice, correttamente, che si tratta solo di un ente legale. In altre parole, la “Società” non è una religione, ma un ente. E non è un’affermazione corretta? Sotto infatti si spiega che si decise di smettere di usare “Introductory Letters” con carta intestata ZWTTS perché “we find that the very word ‘Society’ is liable to be misunderstood by some to mean Church; and that some are in danger of regarding this Society’s Letters of Introduction as if they were commissions, authorizations or ordination papers”. Quello che si voleva evitare era di confondere la religione degli Studenti Biblici con la “Società”. All’epoca Russell non si considerava il “fondatore di una nuova religione”. (La Torre di Guardia del 1/12/1916 pag.356; Proclamatori pagg.706-7). Russell considerava il suo gruppo “strictly unsectarian” (Zion’s Watch Tower, April 1882, p. 7), e asseriva: “I have no church” (La Torre di Guardia 1915 218-9 – Cf anche w1906 pp. 20-22). Solo in seguito gli Studenti Biblici si resero progressivamente conto di doversi separare in modo sempre più netto dalle altre religioni. Pertanto, gli studenti biblici si preoccupavano di non “fondare” una nuova religione che venisse confusa con la Zion’s Watch Tower Tract Society. Non volevano proprio fondare una “religione”. È idea maturata a poco a poco nel tempo che ci dovesse essere una sempre più netta differenziazione del vero cristianesimo rispetto alle chiese di “Babilonia”. In un primo momento, infatti, la stessa “Babilonia” di Rivelazione 17 e 18 era identificata più che altro con la “confusione” progressivamente subentrata tra religione (in particolare, quella sedicente cristiana) e la politica (cf sempre Zion’s Watch Tower 1915 218-9).
Precisato questo, resta comunque da capire se questa Società “che nulla intendeva avere a che vedere con una religione” era lucrativa oppure no. Le affermazioni vanno sempre viste nel contesto di quello che sapevano i lettori della Zion’s Watchtower dell’epoca. Cosa sapevano? In precedenza, ad es., avevano letto (Zion’s Watch Tower, February 1886, pp. 1-2) queste affermazioni: “We need scarcely say to you that Zion’s Watch Tower is not a money-making enterprise. (Your own experience probably proves this.) It has never yet repaid the cost of paper and printing any year since it was started. ... Remember the object before you; that it is not the selling of the packets [di pubblicazioni], nor the taking of subscriptions, but the spread of the truth, by getting people to read“. Quindi i lettori sapevano perfettamente che l’attività degli Studenti Biblici, portata avanti legalmente dalla ZWTTS, era non lucrativa (Cf ad es. la lettera pubblicata in Zion’s Watch Tower 1911 15/1 pp. 29-30).
Perché si ritenne necessaria la costituzione di un ente legale, una “incorporation”? Lo spiega bene la Zion’s Watch Tower, October 1884, pp. 1-2: in un primo momento la “Società” si identificava con Russell, che ne era anche il principale finanziatore. Ma, dice Russell, supponiamo che il tempo passi e io non sia l’ultimo ad essere ‘mutato’ nel senso di 1Corinti 15:51, 52, allora agli Studenti Biblici occorreranno fondi perché non ci sia alcuna interruzione nell’opera. Non poteva rimanere una “società individuale”, occorrevano un ente che si svincolasse dal suo originatore. Per questo gli studenti biblici ‘applied for a charter’. Nel numero successivo (November 1884, p. 8) del periodico Russell spiegò che la domanda per ottenere, o far approvare, uno statuto (charter) non voleva dire cercare un riconoscimento governativo, come se fosse “an evidence of lack of trust that God could and would carry forward his own work no matter who lived or died“. Tale passo era semplicemente fatto per ottenere da parte del governo il riconoscimento del rispetto di quei “rights which it accords to aliens as well as citizens. And a charter such as we are asking for is such a right; it brings us under no obligation whatever“. Anche questo fa vedere quanto fosse diverso il punto di vista di allora rispetto al nostro attuale, ma bisogna capire come vedevano le cose: pensavano che questo riconoscimento fosse un’implicita ammissione di mancanza di fede e un passo verso una commistione con la politica. Nella Zion’s Watch Tower del gennaio 1885 fu data notizia dell’ottenimento del Charter richiesto, con l’indicazione che ogni donazione di 10 dollari dava diritto a un voto, disposizione che è rimasta in vigore fino al 1944 (Proclamatori pagg. 228-9). Come già detto, comunque, gli studenti biblici e i lettori della Zion’s Watch Tower non facevano alcuna confusione tra i termini, e per loro il fatto che fosse stata “legally incorporated” non significava che fosse una società di lucro (cf la citazione della Zion’s Watch Tower, feb. 1886). Tutti erano perfettamente consapevoli che la “Società” operava in rimessa e non aveva attivi o scopi di lucro. Se c’erano più fondi provenienti dalle contribuzioni volontarie si espandevano le attività, altrimenti le si contraevano (Zion’s Watch Tower, January 1890, p. 2-3 [“Non abbiamo mai sollecitato né mai solleciteremo denaro”]; Zion’s Watch Tower 1915 139-40; cf anche Zion’s Watch Tower 1915 1/1 4-5).
Le finalità degli enti legali usati erano chiaramente indicate: “The Tower Tract Society. This is a business association merely; it was chartered as a corporation by the state of Pennsylvania, and authorized to hold or dispose of property in its own name as though it were an individual. It has no creed or confession. It is merely a business convenience in disseminating the truth“.
Era un modo per veicolare le offerte completamente per l’opera. Era in effetti una tutela, perché i fondi -pur gestiti da Russell- non risultavano suoi come in precedenza, in quanto diventavano di un ente legale e non di una società a nome individuale. “The Society owns nothing, has nothing, pays no salaries, no rent, no other expenses. Its policy is to use in the work every dollar received, to the best advantage, and as speedily as possible“.
Oltre a questo, circa il carattere non lucrativo della Watch Tower, tenete conto che la Watch Tower Bible and Tract Society of Pennsylvania è un ente senza fini di lucro, o non lucrativo (“non-profit”, in inglese) fin dalla sua fondazione nel 1884 (cf Proclamatori, p. 229 [notate il timbro sulla destra in cui si legge: “A non-profit corporation”, cioè “ente non lucrativo”]). Lo statuto originale di questo ente prevedeva che i propri membri non potessero conseguire alcun beneficio di natura economico-materiale dalle sue attività. Per “la storia e le attività della nostra Società”, cf Zion’s Watch Tower 1917 1/11 pp. 325-333, dove si può leggere il testo dei vari statuti degli enti legali “incorporated”. Per quanto riguarda la Zion’s Watch Tower, si leggono questi articoli rilevanti per la nostra discussione: “v. The Corporation has no capital stock. Each donation of Ten Dollars to the funds of said Corporation shall entitle the contributor, or his assigns, to one non-forfeitable non-assessable, and non-dividend-bearing [cioè che non procura alcun dividendo, lz] share, and to one vote for every such share in said Corporation“. Di qui, la possibilità di includere la dicitura “A non-profit corporation” nel sigillo (la cui realizzazione era tra l’altro prevista all’articolo ix). Naturalmente, la Zion’s Watch Tower come qualunque altro ente morale senza fini di lucro poteva essere l’intestataria di beni, proprio come avviene oggi per qualsiasi ente morale, comprese le “ONLUS cattoliche” tanto per fare un esempio, senza che questo abbia nulla a che fare con attività commerciali.
Azioni e dividendi?
Vale la pena di soffermarsi per un momento su queste “shares” [che noi traduciamo “azioni”, purché se ne comprenda il significato]. Da noi per “azione” si intende generalmente la “quota del capitale di una società”, vale a dire equivale a denaro contante, e perciò si parla di “vendere, acquistare azioni” (De Mauro 2000). Non sono previste nel nostro diritto “azioni” che non corrispondano a un capitale “fruibile”. (La Piccola Treccani, Istituto per l’Enciclopedia Italiana Giovanni Treccani, Roma 1995, vol. 1, p. 924). Nel sistema della common law, invece, è prevista la figura della “share” che non sia un titolo di credito. Il De Franchis (vol. 1, p. 1354) dice: “le azioni non sono considerate né dall’ordinamento inglese, né in quello nord-americano titoli di credito e neanche negotiable instruments (v.), salvo le bearer shares (v.)”. In Italia le “bearer shares”, che sarebbero le “azioni al portatore”, non sono neppure previste (spiega la stessa fonte). Quindi, in linea generale di nuovo che si parli di “shares” non dice nulla circa il fatto che questo titolo corrisponda a una quota posseduta o a un credito da ricevere da chi l’emette. Quelle indicate come “shares” nel Charter della WTBTS non davano diritto ad alcuna “quota societaria” (nel senso di capitale fruibile) né ad alcun credito. Infatti, erano “non-assessable” (ovvero non tassabili, in quanto donazioni a ente privo di finalità di lucro) e non-forfeitable, vale a dire non confiscabili, e quindi non alienabili. Queste azioni infatti non potevano essere trasferite da un “azionista” a un altro, proprio perché non erano una quota di capitale. Infatti, spiegando il Charter, la Zion’s Watch Tower 1917 1/11 328-9, al sottotitolo “Who are entitled to vote”, diceva: “The shareholders, in fact, constitute the corporation, or the constituent body. The shareholders are those who have contributed money to carry on the work of the Society. Every ten dollars contributed at one time, counts for one vote. Paragraph V of the Charter provides for issuing certificates of membership covering such contributions. This certificate of membership is purely a personal right to vote and cannot be transferred. When a person holding a certificate dies, the value of such certificates likewise dies. No one else could vote such certificates of shares“.
Quindi non si potevano trasmettere, il che fa chiaramente capire che non si tratta di “quote societarie”, ma di semplici attestati di ‘avvenuta contribuzione’, per così dire. Ecco quindi il senso delle “shares”, o “azioni”.
Watch Tower INC.
Nel 1909 fu “incorporated” sotto le leggi dello stato di New York anche la Peoples Pulpit Association (poi divenuta la WTBTS of New York, Inc., [Cf. La Torre di Guardia 1950 376 § 19]). Inizialmente, le autorità municipali di New York riconobbero le esenzioni fiscali previste a questo ente, in quanto ente morale con finalità non solo non lucrative, ma religioso-scientifico-culturali. (Questo di per sé dimostra che “inc.” non sta per società per azioni come intendiamo noi l’espressione [La Torre di Guardia 1955 618-9]). Tra fine 1916 e inizio 1917, dietro istigazione degli oppositori, ci fu un tentativo per non riconoscere più questa esenzione, e furono richieste somme di 25-30.000 dollari di tasse (e la proprietà della “casa Betel” fu stimata sui 100.000 dollari). Alla fine però, dopo diverse udienze davanti alla Corte suprema di New York, si confermò la piena legittimità della em>Peoples Pulpit Association di vedersi riconosciute, come da statuto, le esenzioni fiscali sulle proprietà immobiliari (Zion’s Watch Tower 1917 15/2 53-4).
Anche quando la WTS è stata “registrata” come si dice presso il tribunale civile di Roma, lo statuto rifletteva quello dell’originale WTS americana: “La Società non ha nessun capitale azionario. Ciascuna donazione di Dieci dollari al fondo di detta società darà diritto al contributore, o ai suoi aventi diritto, a un’azione non confiscabile, non tassabile, che non rende alcun dividendo, e a un voto per ognuna di tali azioni in detta società”. (sul “non confiscabile” e “sul nessun dividendo”, si veda sopra).
L’emissione di obbligazioni: dimostrazioni di lucro?
Nel 1926 furono emessi i cosiddetti “building bonds” così come spiegato nella Watchtower del 1926, in vista della finalità cui servivano cioè alla costruzione di un nuovo edificio per la tipografia (Annuario del 1976 pag.143). Si trattava di real estate bond, cioè “obbligazioni” sulla proprietà immobiliare. Nella Watchtower del 1° agosto 1926 c’era un supplemento (come si legge anche nell’Indice 1986-2000, p. 599, all’anno 1926) che parlava di questi real estate bonds e spiegava secondo quali criteri sarebbero stati collocati.
Sarebbe stato acceso un mutuo sulla proprietà immobiliare per un ammontare non superiore alla metà del suo valore effettivo. I “bond” emessi in questo modo, anziché essere collocati sul mercato, vennero rilasciati ai soli Studenti Biblici. Erano del taglio di 100, 500 e 1.000 dollari l’uno, erano a scadenza decennale e prevedevano un interesse del 5% annuo (definito, evidentemente in base ai tassi previsti per quel periodo, “a reasonable rate of interest”). Era un semplice modo quindi per autofinanziarsi. Anche in occasione della costruzione dei nostri edifici a fine anni 1970 si potevano fare prestiti che sarebbero stati rimborsati, anche se in quel caso non era previsto alcun interesse.
I “bond” non sono necessariamente “obbligazioni” nel nostro senso del termine. “Obbligo, vincolo, cauzione in genere [...] ma si tratta di termine dalla sconcertante varietà di accezioni. In senso stretto, esso indica un atto formale (under seal) col quale si fa luogo, di volta in volta, [...] ad un pegno o, più in generale, all’obbligo, detto anche covenant (v.), di pagare una somma di danaro, o ad un riconoscimento di debito (I.O.U [cioè, I owe you = “ti devo”, lz]). [...] Il bond è detto anche obligation (v.), concetto, quest’ultimo, che non coincide, se non in parte, con quello di obbligazione della civil law“. [De Franchis pag. 395] Un’altra fonte (West’s Law & Commercial Dictionary, Zanichelli, Bologna, 1988, p. 181) dice del bond: “A certificate of evidence of a debt on which the issuing company or governmental body promises to pay the bondholders a specified amount of interest for a specified length of time, and to repay the loan on the expiration date. In every case a bond represents debt? its holder is a creditor of the corporation and not a part owner as is the shareholder [cioè, non si diventa anzionisti di nulla, lz]. Commonly, bonds are secured by a mortgage”. Erano quindi una sorta di cambiali emesse sulla base di una ipoteca. Si tratta di una banalissima forma di autofinanziamento. Di nuovo, se fossero state obbligazioni azionarie nel senso in cui le intendiamo noi, come avrebbero potuto le autorità cittadine e statali riconoscere le esenzioni fiscali quale ente morale?
Il nostro tempo è stato pieno di scandali finanziari di ogni genere. Oltre agli effetti economici queste situazioni hanno generato un clima di sfiducia e sospetto verso ogni istituzione o società che utilizzi denaro per i suoi fini.
Lo scopo dei nostri detrattori è semplice: applicare, grazie al meccanismo del transfert psicologico, quello che vale per truffatori e lestofanti anche ai testimoni di Geova e agli enti da loro impiegati. Si vuole così creare ed alimentare un clima di pregiudizio ed ostilità popolare per ostacolare l’opera di predicazione e imporre restrizioni legali.
Noi speriamo che questo articolo possa contribuire a diradare alcuni dubbi che possono manifestarsi dopo la lettura di certi articoli che accusano i testimoni di Geova di nascondere i loro fini reali, e speriamo che vi abbiano aiutato a credere ancora nell’onestà della Watch Tower Tract Society.
In un mondo privo di valori di riferimento non ci sembra cosa da poco.
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Nota: In internet è possibile cercare attraverso i comuni motori di ricerca le certificazioni Non-Profit di aziende nella cui ragione sociale è presente il suf isso “Inc.” a dimostrazione del fatto che tale suf isso non ha nulla a che fare con la natura dell’Azienda stessa.